Teatro – Roma: WOMAN BEFORE A GLASS – INTORNO A PEGGY GUGGENHEIM

Teatro Tor Bella Monaca. Via Bruno Cirino, 5

18/11/2022 – 20/11/2022

Di Lanie Robertson. Regia: Giles Smith. Con Caterina Casini. Produzione Laboratori Permanenti.

Si tratta di una performance per un solo attore, divisa in quattro quadri che, con un linguaggio disinvolto e trasgressivo (così com’era la stessa Peggy), racconta alcuni momenti degli ultimi anni della Guggenheim. Com’è noto, lei comprò Palazzo Venier dei Leoni a Venezia dove raccolse la sua straordinaria collezione d‘arte moderna.

Nel testo di Robertson sono ripercorsi i momenti drammatici della guerra, la fuga di Peggy dalla Francia per le persecuzioni naziste, durante la quale nascose tele e sculture tra i piatti e le vettovaglie di cucina, i difficili rapporti con mariti e amanti. Emergono i suoi momenti di forza e le sue debolezze: il rapporto conflittuale con la figlia, morta suicida; i rapporti d’affari con le più importanti gallerie e musei del mondo; i suoi rimpianti, le nostalgie e il suo scivolare lento verso la serenità della fine.

 

La figura di Peggy Guggenheim emerge in tutta la sua rilevanza, quale protagonista e interprete di un’epoca fondamentale dell’arte del secondo dopo guerra, che lei ha contribuito a costruire. Il testo dell’autore americano è diretto e capace di farci attraversare il mondo in cui lei visse, portandoci a condividere con Peggy il suo cammino intelligente, irriverente e coraggioso, in quegli anni difficili, in cui lei, grazie alla sua grande capacità visionaria, comprese l’importanza della creazione artistica contemporanea.

Protagonista ed interprete sulla scena, l’attrice Caterina Casini, che grazie alle sue molteplici esperienze interpretative, è capace d’impersonare la contemporaneità, attingendo naturalmente al suo grande talento nell’essere attrice della parola e del gesto. Il progetto offre così la possibilità al pubblico di guardare il mondo e l’arte contemporanea attraverso gli occhi di Peggy Guggenheim: ciò che lei ha cercato, indagato, scoperto, sostenuto e promosso.

Traduzione italiana: Gloria Bianchi; costumi: Stemal Entertainment srl; scenografia: Stefano Macaione.

Info: orari: 18,19/11 ore 21:00; 20/11 ore 17:30. Biglietti: intero 12,00 Euro, ridotto 10,00 Euro, Gift Card 80,00 Euro (10 ingressi). Tel. 06/2010579 (dalle 10:30 alle 19:30).

www.teatriincomune.roma.it

   

Teatro – Roma: GREASE

Teatro Brancaccio. Via Merulana, 244

17/11/2022 – 20/11/2022

Di Jim Jacobs e Warren Casey. Regia Saverio Marconi. Con: Simone Sassudelli, Francesca Ciavaglia, Giorgio Camandona, Gea Andreotti, Silvia Riccò, Amerigo Vitiello, Elena Nieri. Produzione Compagnia della Rancia.

In Italia, il musical di Jim Jacobs e Warren Casey, con la regia di Saverio Marconi, in 25 anni sui palcoscenici di ogni Regione, è un fenomeno che si conferma ogni sera, con più di 1.800 repliche che sfiorano i 2.000.000 spettatori a teatro e, dopo uno strepitoso tour primaverile ed estivo nei principali teatri ed arene italiane, torna al Teatro Brancaccio.

 

Una festa travolgente che dal 1997 accende le platee italiane, e ha dato il via alla musical mania trasformandosi in un vero e proprio fenomeno di costume “pop”, un cult intergenerazionale che non è mai stato così attuale ed è amatissimo anche dalle nuove generazioni.
In 25 anni di successi strabilianti in Italia, si è trasformato in una macchina da applausi, cambiando il modo di vivere l’esperienza di andare a teatro. Oggi è una magia coloratissima e luminosa che si ripete ogni sera, una festa da condividere con amici e famiglie, senza riuscire a restare fermi sulle poltrone ma scatenarsi a ballare: un inno all’amicizia, agli amori indimenticabili e assoluti dell’adolescenza, oltre che a un’epoca – gli anni ’50 – che oggi come allora rappresentano il simbolo di un mondo spensierato e di una fiducia incrollabile nel futuro. Si vedono tra il pubblico scatenarsi insieme almeno tre generazioni, ognuna innamorata di Grease per un motivo differente: la nostalgia del mondo perfetto degli anni Cinquanta, i ricordi legati al film campione di incassi del 1978 con John Travolta e Olivia Newton-John e alle indimenticabili canzoni, l’immedesimazione in una storia d’amore senza tempo, tra ciuffi ribelli modellati con la brillantina, giubbotti di pelle e sbarazzine gonne a ruota.

Traduzione Michele Renzullo; adattamento Saverio Marconi; liriche italiane Franco Travaglio e Michele Renzullo; scene Gabriele Moreschi; costumi Carla Aaccoramboni; coreografie Gillian Bruce; disegno luci Valerio Tiberi, disegno luci associato Francesco Vignati; disegno fonico Enrico Porcelli; supervisione musicale Gianluca Sticotti; arrangiamenti e orchestrazioni Riccardo Di Paola; regia associata Mauro Simone.

Info: Orari: da giovedì al sabato serale ore 20:45; sabato ore 16:00; domenica ore 17:00. Durata 2h 15min (compreso intervallo). botteghino@teatrobrancaccio.it

www.teatrobrancaccio.it

   

Teatro – Roma: NUDA

Teatro Ambra Jovinelli. Via Guglielmo Pepe, 45

16/11/2022 – 27/11/2022

Compagnia Finzi Pasca presenta lo spettacolo scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca. Con: Melissa Vettore, Beatriz Sayad, Jess Gardolin, Micol Veglia, Francesco Lanciotti.

Ispirata all’omonimo romanzo di Daniele Finzi Pasca, la nuova creazione della Compagnia è uno spettacolo denso di mistero e stupore, dove profondità e abissi sono in continuo dialogo con un mondo leggero e luminoso, fatto di piani che si sovrappongono e giocano tra loro.
Cinque straordinari artisti interpretano uno spettacolo in cui la potenza teatrale si sposa con una narrazione poetica dal sapore onirico, in assoluta armonia con il teatro fisico e la danza aerea.

Due gemelle, cresciute insieme in una famiglia “eccentrica”, eppure così simile a quella di tutti, si toccano, si sfiorano, a volte si calpestano, per poi riscoprirsi in un abbraccio pieno di gioia e libertà ritrovate. Un gioco acrobatico e teatrale reso possibile da un sistema di volo innovativo, insieme a un’installazione di luci interattiva intrecciati alla narrazione e un potente universo sonoro, compongono insieme questo spettacolo magico e surreale.

 

«Da ragazzo la lettura di “Über das Marionettentheater” di Heinrich von Kleist mi aveva impressionato molto e ha condizionato negli anni tutto il mio modo di pensare il teatro. Gli attori con i quali ho deciso di lavorare sono sempre stati artisti abituati ad un controllo del corpo raffinato e delicato perché chiedo a loro distacco e leggerezza. Ho viaggiato e incontrato sciamani e gente che cura in paesi lontani provando a capire come espandere l’intuizione. Cerco la musica nelle parole, l’empatia nei gesti, la diafanità dei sogni nelle immagini. Anche in Nuda tutto danza e levita costruendo attimi di giocosità mentre con l’ingenuità dei bambini si parla di mostri che vivono accanto a noi, di sangue e di ammazzamenti. Viaggiando ho incontrato altri colleghi che hanno il mio stesso problema quando ci viene chiesto che teatro facciamo. Non sappiamo rispondere… Lavoro con gli stessi creatori da anni e insieme diamo vita a storie di casa nostra usando le arti dell’illusione e l’eleganza di interpreti carichi di carisma.» Daniele Finzi Pasca

“Sono la prima di due gemelle. Mia sorella nacque vestita, uscì dalla pancia di mia mamma con una tunichetta immacolata. Io sono nata nuda, sporca, con gli occhi appiccicati. Mi tenevano nelle braccia quando apparve mia sorella, che arrivò al mondo facendo tanta sorpresa, e a me mi lasciarono cadere sul pavimento. Forse è per questa ragione che appena ho potuto coprirmi mi sono appiccicata addosso tutta un’armatura, e nuda a me nessuno mi ha più vista.”

“Ho incendiato tante passioni. L’ho fatto con i miei occhi languidi. L’ho fatto recitando e danzando il corteggiamento come l’ho visto fare dalla zia Matta. Così, mi sono tolta le scarpe e, sotto i temporali, ho corso a piedi nudi e ho tenuto i capelli sciolti sulle spalle, così che il vento li rendesse ancora più neri. Ho anche gridato mille volte che ero libera e che non avevo paura di niente…” Dal romanzo Nuda di Daniele Finzi Pasca ©2014

Co-produzione con Gli Ipocriti Melina Balsamo, Fondazione Teatro della Toscana, LAC Lugano Arte e Cultura, Chekhov International Theatre Festival, TKM Théâtre Kléber-Méleau, Festival International Cervantino. Autore, regista, designer luci: Daniele Finzi Pasca; Musiche: Maria Bonzanigo; Scenografia e accessori: Hugo Gargiulo; Costumi: Giovanna Buzzi; Video Designer: Roberto Vitalini per Bashiba.com; Direttore di produzione, co-designer luci: Marzio Picchetti; Scenografo associato: Matteo Verlicchi. Partner di creazione: Cornèrcard, Caffè Chicco d’oro, Fidinam, Grand Hotel Villa Castagnola, Fondazione Ferdinando e Laura Pica-Alfieri (Lugano), AIL, Sintetica, Associazione Amici della Compagnia Finzi Pasca con il sostegno di      Città di Lugano, Cantone Ticino, Pro Helvetia, Fondazione Lugano per il Polo culturale.

Info: Orari: da martedì al sabato serale ore 21:00; 17,18,23/11 ore 19:30; domenica ore 17:00; 19/11 oew 16:30 e 21:00. Tel.06 83082884 – 06 83082620 Email:           info@ambrajovinelli.org 

www.ambrajovinelli.org

  

Teatro – Roma: KOBANE CALLING ON STAGE

Teatro Vascello. Via Giacinto Carini, 78

15/11/2022 – 20/11/2022

Tratto dall’opera omonima di Zerocalcare. Adattamento e regia: Nicola Zavagli. Con: Massimiliano Aceti, Fabio Cavalieri, Marco Fanizzi, Michele Lisi, Carlotta Mangione, Alessandro Marmorini, Cristina Poccardi, Marcello Sbigoli, Pavel Zelinskij e con Martina Gnesini, Matilde Zavagli, Niccolò Tacchini, Francois Meshreki.

Kobane Calling è un fumetto dell’autore italiano Zerocalcare: un reportage in forma grafica del viaggio che lo ha portato al confine tra la Turchia e la Siria a pochi chilometri dalla città assediata di Kobanê, tra i difensori curdi del Rojava, opposti alle forze dello Stato Islamico. Un atto di solidarietà verso chi ogni giorno in Siria mette a rischio la propria vita, nato nell’ambito di Lucca Comics&Games su impulso del regista e drammaturgo Nicola Zavagli, che da anni persegue con l’attrice Beatrice Visibelli e la compagnia Teatri d’Imbarco un teatro popolare d’arte civile. Dopo aver venduto cento ventimila copie in Italia ed essere stato tradotto in francese, inglese, spagnolo, tedesco, portoghese e norvegese, Kobane Calling è diventato un atipico documentario teatrale. Uno spettacolo che non spettacolarizza la guerra, ma la racconta grazie a una originalissima commistione di linguaggi.

 

È un vero e proprio atto d’amore del teatro nei confronti del mondo poetico e comicissimo dell’autore, non è solo la trasposizione di una graphic novel, ma un’opera inedita che, partendo dalle pagine del fumetto, le trasforma sul palcoscenico in un autentico cortocircuito di emozioni, perché racconta con spietata leggerezza la verità brutale di un conflitto troppo spesso dimenticato. Un lavoro che si mantiene pericolosamente in bilico tra cronaca del nostro tempo e l’immaginario fumettistico.

Musiche originali: Mirko Fabbreschi; video design: Cosimo Lorenzo Pancini; maschere: Laura Bartelloni; assistente alla regia: Cristina Mugnaini; luci: Giovanni Monzitta; fonica: Alice Mollica; costumi: Cristian Garbo; direzione artistica: Teatri d’Imbarco, Beatrice Visibelli, Nicola Zavagli; direzione org.: Teatri d’Imbarco Cristian Palmi; direzione artistica: Cristina Poccardi; distribuzione e progetti collaterali: Antonella Moretti; organizzazione: Patrizia Natale.

Graphic Novel Theater è unprogetto di Lucca Crea. Produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Lucca Comics, Teatri d’Imbarco in collaborazione con Bao Publishing.

Info: Orari: da martedì a venerdì ore 21:00, sabato ore 19:00, domenica ore 17:00. Durata 90 minuti. .Info 065898031

www.teatrovascello.it

  

Teatro – Roma: AMLETO

Teatro Argentina. Largo di Torre Argentina, 52

15/11/2022 – 04/12/2022

Di William Shakespeare. Traduzione di Cesare Garboli. Adattamento e regia Giorgio Barberio Corsetti. Con: Fausto Cabra, Francesco Sferrazza Papa, Giovanni Prosperi, Dario Caccuri, Paolo Musio, Diego Giangrasso, Pietro Faiella, Sara Putignano, Mimosa Campironi (in scena anche come musicista, alla chitarra elettrica), Francesca Florio, Iacopo Nestori, Adriano Exacoustos. Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale.

Torna sulla scena Amleto” che riconduce sul palco dell’Argentina la produzione della passata Stagione per mettere al centro il “teatro”, e la sua rappresentazione come enigma e pulsione, attraverso una complessa macchina scenica che compone e scompone la tragedia shakespeariana davanti a un pubblico partecipe dei desideri, timori e combattimenti del principe danese.

Nel ruolo del protagonista Fausto Cabra, affiancato da una compagnia di giovani professionisti a dar corpo a un meccanismo teatrale tragico, simbolico, eterno, con il maestro Massimo Sigillò Massara alla musica e alle architetture sonore, per ripercorrere la vicenda di Amleto incaricato dallo spirito del padre assassinato di compiere la sua vendetta.

Corsetti colloca l’opera di William Shakespeare in un’imponente struttura scenografica: un gioco di scatole sceniche in continua trasformazione che edificano l’immaginaria reggia danese in cui si svolge la vicenda, e dove Amleto attende il pubblico fin dall’inizio. Lo spettatore si ritrova, così, immerso nel mondo shakespeariano: la città di Elsinore, la nostra città interiore, pervasa da passioni e intrighi, qui rappresentata da due enormi strutture a più piani, che si muovono e cambiano in base alle scene, e si animano con le musiche originali e con i cori diretti dal maestro Sigillò Massara. Scale sospese, salite e discese, piani inclinati, giardini nascosti, sono le tappe del percorso del principe alla ricerca del suo posto nel mondo. In questo carnevale scenografico vagano i protagonisti del dramma, vestiti in abiti contemporanei, che rincorrono pulsioni e urgenze, danno vita ai loro personaggi con corpo e anima e, attraverso di essi, si battono con gli ingranaggi della macchina implacabile che li trascina verso la fine.

Nell’eterno dramma del potere e dell’eredità della vendetta, Amleto si presenta solo sulla scena, che rappresenta lo spazio della sua mente dove trovare la determinazione per continuare a vivere nel reale fatto di usurpazione e oltraggio, angosce e dubbi, torbide passioni, storie cruente e innaturali: «Come può farci entrare nei luoghi simbolici, corridoi e terrazze del palazzo di Elsinore? Come può popolarli di personaggi, creare per noi la macchina umana di desideri e pulsioni, atti mancati e violenti? Ecco che arrivano gli attori, gli amati attori, ecco che grazie a loro il teatro si mette in moto di fronte a noi. Elsinore appare nella sua terribile instancabile attività, come la fabbrica dei sogni che visitiamo ogni notte. Elsinore è la nostra città, la conosciamo, ci è familiare, riconosciamo ogni strada, ogni stanza, ogni volto. Tutto questo ci appare evidente nella luce livida del palcoscenico». Giorgio Barberio Corsetti

La storia di Amleto continua a essere universale, esprimendo tutta la complessità dell’essere umano, con le sue fragilità e i suoi moti istintivi, attraverso le grandi lotte e contraddizioni che ai tempi di Shakespeare, come ai giorni nostri, restano insolute, ma non inascoltate. Così come in questa produzione, dove il principe di Danimarca si rivolge direttamente al pubblico, accogliendolo in teatro, nel suo luogo più intimo e profondo, per imbrigliarlo in un labirinto di destini in movimento che determina lo scambio di emozioni condivise con gli spettatori.

Un ponte di esperienze fra palco e platea, reso possibile grazie alla capacità di attraversamento della scena e alla contaminazione della realtà con dispositivi teatrali che connotano da sempre il lavoro di ricerca e sperimentazione di Corsetti, sostenuto in questa impresa anche dalla eterna attualità della traduzione di Cesare Garboli.

Scene: Massimo Troncanetti; costumi: Francesco Esposito; luci: Camilla Piccioni; musiche e vocal coaching: Massimo Sigillò Massara; movimenti: Marco Angelilli; assistente alla regia: Tommaso Capodanno; assistente scenografa: Alessandra Solimene.

Info: Orari: prima ore 20; martedì, venerdì e giovedì 1 dicembre ore 20:00; mercoledì e sabato ore 19:00; giovedì e domenica ore 17:00; lunedì riposo. Durata: 2 ore e 40 minuti compreso intervallo. Info per l’acquisto | online sul sito teatrodiroma.net botteghino Teatro Argentina. Tel. 06 684000314, email biglietteria@teatrodiroma.net

www.teatrodiroma.net

   

Teatro – Roma: IL MARCHESE DEL GRILLO

Teatro Sistina. Via Sistina, 129

12,13,17,18,19,20/11/2022

Commedia Musicale di Gianni Clementi e Massimo Romeo Piparo. Regia Massimo Romeo Piparo. Con musiche originali composte da Emanuele Friello. Dal film di Mario Monicelli, scritto con Benvenuti, De Bernardi, Pinelli, Zapponi.

La commedia musicale campione d’incassi e di risate, torna al Sistina, con le vicende del Marchese Onofrio del Grillo interpretato da Max Giusti. Con: Giulio Farnese, Marco Valerio Montesano, Monica Guazzini, Tonino Tosto, Carlotta Tommasi, Ilaria Fioravanti, Benedetta Lavanzano, Gerry Gherardi, Roberto Attias, Francesco Miniaci, Ambra Cianfoni,  Giacomo Genova, Gloria Rossi, Denis Scoppetta, Sergio Spurio, Ilaria Ferrari, Marco Rea, Rocco Stifani, Sebastiano Lo Casto.

L’amatissima pellicola del 1981, prendendo ispirazione da una figura storica realmente esistita, racconta la Roma papalina di inizio ‘800 attraverso la sottile ironia, il sarcasmo e il divertimento del Marchese Onofrio del Grillo, e consegna un grande Alberto Sordi e il film stesso alla Storia della comicità di tutti i tempi.

 

In questa versione teatrale musicale, un nuovo grande protagonista della Scena italiana è chiamato a prestare il proprio carisma al personaggio del Marchese Onofrio del Grillo, segnando un’altra importante pagina della Storia della Commedia Musicale italiana: Max Giusti.

Agli inizi del XIX secolo, vive a Roma il Marchese Onofrio del Grillo, Guardia nobile di Papa Pio VII, trascorrendo le sue giornate nell’ozio più completo, frequentando bettole e osterie, coltivando relazioni amorose clandestine con popolane e tenendo un atteggiamento ribelle agli occhi della sua famiglia, bigotta e autoritaria. Le sue giornate trascorrono nell’organizzazione di innumerevoli scherzi e beffe dei quali risultano spesso vittime i popolani, altri nobili e la sua famiglia oltre allo stesso Papa. Il suo edonismo senza remore e le sue provocazioni ingiuriose nei confronti di mendicanti, Papi e consanguinei, proseguono liberamente fino al giorno in cui Napoleone invade lo Stato Pontificio e i francesi entrano a Roma. L’incontro con una giovane e bellissima attrice, e l’amicizia con un giovane ufficiale francese, gli fanno per la prima volta pensare di poter abbandonare Roma per Parigi.

La disfatta di Napoleone a Waterloo ristabilirà però le cose e il Marchese del Grillo fa il suo ritorno a Roma dove ad accoglierlo trova un clima ostile e una minaccia di condanna a morte per il suo alto tradimento nei confronti del Papa. Per la prima volta però uno dei suoi terribili scherzi, la sostituzione di persona operata ai danni di un povero carbonaro ubriacone, consentirà al Marchese un onorevole riscatto con un finale a sorpresa.

Ensemble: Valentina Bagnetti, Raffaele Cava, Annalisa D’Ambrosio, Rocco Greco, Viola Oroccini, Cialì Sposato, Sara Telch. Aiuto reagia: Andrea Palotto.

Info: Orari: 20:00; sabato 16:00 e 20:30; domenica 16:00.

www.ilsistina.it

  

Segui Marsala Factory su Facebook e su Instagram!

Teatro – Gibellina: PER UN’ORESTIADE AFRICANA

Teatro – Gibellina: PER UN’ORESTIADE AFRICANA

Baglio Di Stefano

08/07/2022 – 09/07/2022

APPUNTI PER UN ORESTIADE AFRICANA

omaggio a Pier Paolo Pasolini a cento anni dalla sua nascita.

L’INSTALLAZIONE: PIER PAOLO PASOLINI, ERETICO E CORSARO

immagini, frammenti, pubblicazioni a cura di Umberto Cantone.

LA PERFORMANCE: PER UN’ORESTIADE AFRICANA

un progetto scenico di Alfio Scuderi per le Orestiadi di Gibellina con la partecipazione di Alessadro Haber, Imma Villa, Silvia Ajelli musiche dal vivo di Dario Sulis e Chris Obehi.

LA PROIEZIONE: APPPUNTI PER UN’ORESTIADE AFRICANA

Film documentario di Pier Paolo Pasolini.

Le Orestiadi di Gibellina immaginano e costruiscono un inedito omaggio a Pier Paolo Pasolini nel centenario dalla sua nascita (5 marzo 1922), partendo dalla sua originale traduzione dell’Orestiade di Eschilo del 1960, per collegarsi idealmente a quel progetto, che poi non vide la luce ma che fu uno splendido documentario, di realizzare un film sull’Orestiade ambientata in Africa.

E’dalla commistione e suggestione tra questo documentario e l’originale traduzione che Pasolini fece su richiesta di Vittorio Gassmann della trilogia di Eschilo che le Orestiadi di Gibellina, festival contemporaneo giunto alla sua quarantunesima edizione che dall’Orestea prende nome e spunto poetico, vuole immaginare questo progetto speciale per ricordare Pier Paolo Pasolini, inedito omaggio contemporaneo al grandissimo autore e regista italiano.

Il documentario di Pasolini “Appunti per un’Orestiade africana”, girato in due tempi (dicembre 1968 – febbraio 1969), è un diario di viaggio, un saggio per immagini per un “film da farsi”. Pasolini percorse infatti l’Africa nera alla ricerca di corpi e luoghi ai fini di un’opera cinematografica, ispirata all’Orestiade di Eschilo, che poi non si farà mai. Resta però il sopralluogo che offre l’immagine irripetibile di un continente che stava faticosamente uscendo da secoli di colonialismo e che Pasolini osservò come spazio di un violento e “magico” processo di metamorfosi dal mondo arcaico alla modernità. E’ la voce stessa del poeta che, nel commento sonoro, ci guida lungo questo viaggio visivo, culturale e politico, che la Rai, pur avendolo prodotto, si rifiutò di trasmettere quando Pasolini era ancora vivo. Il film, nelle sale soltanto alla fine del mese di novembre 1975, dopo la morte del suo autore, è stato restaurato nel 2005 dalla Cineteca di Bologna.

“Il tema profondo dell’Orestiade, almeno per noi lettori moderni, è il passaggio tra il periodo storico ‘medievale’ e un periodo storico ‘democratico’: indi della trasformazione delle Menadi (dee medievali del nostro terrore esistenziale) in Eumenidi (dee dell’irrazionale in un mondo razionale)”. P.P.P.

PASOLINI ERETICO E CORSARO

il cinema, il teatro: materiali per una ricognizione una mostra per il centenario a cura di Umberto Cantone.

A cento anni dalla nascita non ci resta che rileggerlo. Sfidando il presente, corrotto immaginario post-novecentesco, Pier Paolo Pasolini vive ancora oggi nelle sue opere, come icona mai scalfita di intellettuale poeta perennemente dissidente che fece della “prontezza del corpo” (così la definì Calvino) una delle qualità primarie della propria azione e testimonianza. Vogliamo celebrarne la presenza ancora attualissima con due iniziative.

La prima è un videomontaggio di frammenti delle sue incursioni “a Sud, sempre più a Sud”, itinerario prediletto di molte occasioni di lavoro da scrittore e cineasta. Si va dall’approdo palermitano dei Comizi d’amore con le interviste a Piazza Fonderia, contrappuntate dallo sberleffo “cinico” di Maresco & Ciprì in Arruso, fino all’indagine sui territori mitologici di progetti incompiuti, gli Appunti per un’Orestiade africana, con a fronte il ritorno su quei luoghi a 50 anni di distanza in un docufilm di Gianni Borgna il cui commento è affidato alla voce di Dacia Maraini.

Altra iniziativa è una mostra di materiali editoriali riguardante le opere cinematografiche e teatrali di P. P. P.: dalla sceneggiatura di Accattone con la copertina illustrata da un disegno di Carlo Levi alla rivistaccia pruriginosa che ostenta alcuni fotogrammi dell’ultima opera-scandalo Salò o le 120 giornate di Sodoma. In mezzo, le prime edizioni delle sceneggiature e dei testi teatrali pubblicati da Garzanti insieme a tutte le edizioni dell’Orestiade eschilea da lui tradotta e andata in scena per la prima volta nel maggio 1960 al Teatro Greco di Siracusa.

Un omaggio, il nostro, al Pasolini sedotto dalla Sicilia in cui approdò per la prima volta nel 1959 in occasione del reportage sulle coste italiane commissionatogli dal mensile Il Successo. Quella Sicilia che lo entusiasmò a tal punto da fargli dichiarare: “Non c’è il minimo dubbio che vorrei vivere qui: vivere e morirci, non di pace ma di gioia”. Umberto Cantone

A SUD DI PASOLINI

videomontaggio a cura di Umberto Cantone – durata: 1 h. 30’

Performance: PER UN’ORESTEA AFRICANA h:21:00

con la partecipazione di Alessadro Haber, Imma Villa, Silvia Ajelli.  Musiche di Dario Sulis e Chris Obei .

Un inedito percorso tra l’Orestea riscritta da Pasolini e la sua idea di ambientare un film in Africa darà vita ad una performance inedita tra parole, musica ed immagini, per omaggiare e ricordare il grande autore e regista italiano.

Nell’Orestiade di Siracusa, è netta la bipartizione tra mondo monarchico-tirannico e nuova era democratica. Al momento della traduzione, Pasolini e Gassman condividevano l’illusione che questa frattura fosse componibile, e che fosse possibile un autentico rinnovamento della democrazia, come era avvenuto negli anni di Pericle e dell’istituzione della democrazia ateniese.

Proiezione del documentario: APPUNTI PER UN’ORESTIADE AFRICANA

Film documentario di Pier Paolo Pasolini.

Se il film nella sua interezza non vedrà mai la luce, Pasolini girò però per la televisione italiana un documentario di sessantatre minuti, Appunti per un’Orestiade africana, del quale dirà Moravia: «[…] è uno dei più belli di Pasolini. Mai convenzionale, mai pittoresco, il documentario ci mostra un’Africa autentica, per niente esotica e perciò tanto più misteriosa del mistero proprio dell’esistenza, coi suoi vasti paesaggi da preistoria, i suoi miseri villaggi abitati da un’umanità contadina e primitiva, le sue due o tre città modernissime già industriali e proletarie. Pasolini “sente” l’Africa nera con la stessa simpatia poetica e originale con la quale a suo tempo ha sentito le borgate e il sottoproletariato romano».

Il documentario propedeutico al “film da farsi”, che si potrebbe definire come un vero e proprio taccuino d’immagini in movimento, consiste di tre diversi tipi di materiale filmico: il primo è a tutti gli effetti un documentario di viaggio, girato durante due soggiorni in Uganda e Tanzania rispettivamente nel dicembre del 1968 e nel febbraio del ’69 completato da alcuni cinegiornali della guerra in Biafra(1967/69); l’obiettivo era quello di rintracciare i luoghi, i volti, gli oggetti per la trasposizione cinematografica dell’Orestea di Eschilo; il secondo girato riprende il dibattito/confronto tra Pasolini ed alcuni studenti africani dell’Università “La Sapienza” di Roma sull’idea stessa di ambientazione per la tragedia eschilea e sui risvolti delle vicende africane post-coloniali, mentre il terzo rappresenta una sorta di variazione sul tema e consiste in una jazz session eseguita da Yvonne Murray e Archie Savage al FolkStudio di Roma.

www.fondazioneorestiadi.it

Se ti è piaciuto l’articolo segui Marsala Factory su Facebook e su Instagram e vieni a trovarci!

     

Teatro – Roma: MUSICARELLO SHOCK

Teatro Lo Spazio. Via Locri 42/44

12/05/2022 – 15/05/2022

Di Matilde D’Accardi. Con Valentina De Giovanni.

“Farai come ti pare quando ti sposerai!”. Italia 1960. In una piccola cittadina di provincia, una ragazza prigioniera delle rigide regole paterne sogna di essere salvata dall’amore, quello meraviglioso e senza fine di cui parlano le canzoni. Ma solo una volta sposata scoprirà chi è e cosa vuole davvero, e imparerà a lottare per la sua realizzazione. Liberamente ispirato alla vera storia della prima divorziata d’Italia e di molte altre delle nostre madri, questo monologo musicale racconta le vicende, i pensieri e le emozioni di molte ragazze del Boom, che suonano ancora tremendamente attuali.

Attraverso brani che hanno reso immortale la musica leggera italiana negli anni ‘50, ‘60 e dei primi ‘70, Musicarello shock ricostruirà con ironia e nostalgia la battaglia per la legalizzazione del divorzio nel Bel Paese – che nel 2020 ha compiuto il suo settantesimo anniversario – e la trasformazione di mentalità che ha aperto la strada all’emancipazione delle italiane e al riconoscimento dei loro diritti.

“Musicarello shock” racconta di una voce di donna che si libera. All’inizio è interiore, casalinga, inconsapevole, ma poi si esteriorizza, diventa pubblica, politica. La vicenda di Nora, restituita da Valentina De Giovanni, ripercorre indirettamente gli eventi sociali, culturali e istituzionali che hanno caratterizzato la storia della modernizzazione italiana e che, secondo quanto scrive Fiamma Lussana nel saggio L’Italia del divorzio, hanno portato l’opinione pubblica ad abbandonare formalmente il principio di indissolubilità del matrimonio.  

Oltre a ciò, lo spettacolo prova a fare luce su uno scarto di pensiero fondamentale per l’emancipazione femminile, ossia la messa in dubbio del mito dell’amore monogamicoromantico come unico destino degno nella vita di una donna: un mito che in quegli anni veniva rinnovato, modellato e immortalato proprio dalla musica leggera nostrana. Infatti, in Musicarello shock le canzoni pop, proprio come nel genere cinematografico cui fa riferimento il titolo, costituiscono il vero fulcro drammaturgico e spettacolare. Non fanno solo da contraltare agli eventi della trama ma aprono, conducono e portano a compimento la narrazione, inscenando una storia parallela e facendo suonare i sentimenti della collettività.

Cantando, Valentina De Giovanni ci invita a ricordare le parole d’amore con cui sono cresciute le nostre madri e a riflettere su questa eredità, oltre che a divertirci ed emozionarci di nuovo insieme, nella vicinanza fisica. Perché, e questo è un messaggio fondamentale dello spettacolo, la musica è un mezzo espressivo e comunicativo straordinario, che anche nei momenti di più grande repressione e sofferenza può aiutarci a veicolare all’esterno le nostre emozioni e a sentirci gli uni con gli altri.

Drammaturgia musicale Valentina De Giovanni. Costumi Manuela Stucchi. Luci Camilla Piccioni.

Info: Ore 21:00; domenica ore 18:00. Biglietti: 15 euro – ridotto: 12 euro (bar aperto per aperitivo dalle 19.00). Informazioni e prenotazioni 339 775 9351  /  06 77204149  info@teatrolospazio.it Acquisto Online: VivaTicket

www.teatrolospazio.it

Se ti è piaciuto l’articolo segui Marsala Factory su Facebook e su Instagram e vieni a trovarci!

   

Teatro – Roma: GLORY WALL

Teatro Vascello. Via Giacinto Carini, 78

10/05/2022 – 15/05/2022

Di Leonardo Manzan e Rocco Placidi. Regia Leonardo Manzan. Con Paola Giannini, Giulia Mancini, Alessandro Bay Rossi, Leonardo Manzan, Rocco Placidi. Produzione Centro di Produzione Teatrale La Fabbrica dell’Attore -Teatro Vascello, Elledieffe. Miglior spettacolo de La Biennale Teatro 2020.

Uno spettacolo sulla censura. Un muro di 12 metri separa completamente il palco dalla platea. Questa enorme pagina bianca si anima di paradossi taglienti, visioni poetiche, suoni e coreografie oniriche che compongono un affresco ironico e impietoso sul tema della censura e sul potere, ormai inesistente, dell’arte.

«Glory Wall nasce su commissione. Di fronte al tema della censura scelto da Antonio Latella per la Biennale Teatro di Venezia n. 48 non ho cercato scorciatoie come l’omaggio ai grandi nomi censurati, la citazione o la libera interpretazione. Ho affrontato il tema senza mezzi termini, ho scelto il muro contro muro. È nato un corpo a corpo con quella richiesta, che era a sua volta una provocazione. Il tema andava preso sul serio, quindi ridicolizzato, poi dissacrato nella sua colpevole solennità e infine vissuto. Così ho costruito un muro che nasconde completamente il palcoscenico alla vista, che censura l’azione sul palco e sposta tutta l’attenzione sul pubblico. Nascondersi significa rinunciare volontariamente a una serie di convenzioni teatrali, negare il corpo dell’attore, privare il pubblico della tutela del regista e dei tecnici in sala che “gli guardano le spalle”. Portare a casa lo spettacolo da dietro a un muro significa abituarsi a perdere un po’ il controllo della situazione, ma significa anche sentirsi più importanti e più liberi (del resto, questo fa la censura: dà credibilità alle opinioni che attacca).

Glory Wall è uno spettacolo che mostra, in una forma immaginifica, ironica e provocatoria, riconoscimento della censura che è in noi, della censura che è costitutiva del teatro di oggi, questo mondo che crede di essere importante perché si autocertifica tale, questo piccolo mondo che, a parole, è tutto per il dialogo, ma un dialogo impossibile tra chi non ha niente da dirsi che non sappia già. Uno spettacolo che non si accontenta di riconoscere lo status quo, uno spettacolo che è scomodo in senso letterale: vuole farci stare scomodi tutti, noi sul palco e voi in platea. Uno spettacolo che mette in discussione tutto.» Leonardo Manzan

«Mettendo il pubblico di fronte a un muro bianco, che blocca la vista della scena, Manzan gioca in modo molto intelligente, ironico e divertente con l’idea del censurare sé stessi e gli altri – e con l’importanza diminuita del teatro. Il gioco che imposta con questo muro è radicale, coerente e molto immaginativo dal punto di vista formale, creando immagini e scene che riecheggeranno per molto tempo, interagendo con il pubblico attraverso minuscoli fori. Lo fa con un gioco nel quale è il regista di frammentarie parti del corpo, cioè mani, dita e polsi, che compiono micro-azioni attraverso questi fori. Lo spettacolo porta l’esperimento di Beckett con “Not I” a un livello superiore.» Motivazioni della giuria internazionale Maggie Rose, Susanne Burkhardt, Evelyn Coussens, Justo Barranco.

Scenografie Giuseppe Stellato. Luci Paride Donatelli. Progetto sonoro Filippo Lilli. Guarda il trailer https://youtu.be/0HwoOeH9mB0

Leonardo Manzan, classe 1992, si diploma attore alla Civica Scuola di Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Esordisce alla regia con lo spettacolo It’s App to You (vincitore di numerosi premi tra cui InBox 2018). Vince il bando per registi Under 30 della Biennale di Venezia 2018/19 con lo spettacolo-concerto “Cirano deve morire”. Invitato alla Biennale Teatro 2020, presenta lo spettacolo Glory Wall che si aggiudica il premio come Miglior spettacolo, ed è la sua personale interpretazione del tema del Festival: la censura. “l’arte vive di costrizioni e muore di libertà” Paul Valéry

Info: Orari: dal martedì al venerdì 21:00, sabato ore 19:00, domenica ore 17:00. Prezzi: intero € 25, ridotto over 70 €18, ridotto under 26, scuole di teatro e per chi prenota o compra per questo spettacolo e per “VENERE E ADONE” (06/07/2022 – 08/ 05/2022) €15. Info 065898031 promozioneteatrovascello@gmail.com – promozione@teatrovascello.it Acquista i biglietti on line https://www.vivaticket.com/it Card abbonamenti da 45 euro regala cultura! Card abbonamenti (vari).

www.teatrovascello.it

Se ti è piaciuto l’articolo segui Marsala Factory su Facebook e su Instagram e vieni a trovarci!

   

Teatro – Roma: CETRA… UNA VOLTA

Teatro il Parioli. Via Giosuè Borsi, 20

11/05/2022 – 15/05/2022

Dedicato al Quartetto Cetra. Di Toni Fornari. Regia di Augusto Fornari. Con Stefano Fresi, Toni Fornari, Emanuela Fresi e con la partecipazione di Cristiana Polegri. Produzioneda Andrea Maia e Vincenzo Sinopoli per il Teatro Golden.

Un concerto spettacolo tributo al quartetto più celebre del palcoscenico e della televisione italiana dagli anni ’40 agli anni ’80. La musica, le canzoni, le parodie memorabili dell’indimenticabile Quartetto Cetra sono riproposti in questo spettacolo da tre interpreti eccezionali che costituiscono un concentrato esplosivo di bravura, simpatia, bel canto, trascinando il pubblico nell’epoca splendente dei grandi varietà televisivi.

I componenti del trio vocale “Favete Linguis”, nato agli inizi degli anni ’90, ispirato proprio al Quartetto Cetra stesso, ricalcando il loro elegante stile comico-parodistico. In questo spettacolo i Favete Linguis interpretano tutte le canzoni di maggior successo dei Cetra esibendosi altresì in esilaranti parodie musicali, facendo in modo che il gioco continuo si mescoli al divertimento scenico esaltando il virtuosismo vocale. Importantissima è la presenza di un trio musicale diretto dalla sassofonista – cantante Cristiana Polegri.

Info: Orari: 11, 13, 14 ore 21:00; 12, 14, 15 ore 17:00. Contatti: Tel. 06 5434851 biglietteria@ilparioli.it Servizio Whatsapp 3517211283

www.ilparioli.it

Se ti è piaciuto l’articolo segui Marsala Factory su Facebook e su Instagram e vieni a trovarci!