THE HANDMAID’S TALE – IL RACCONTO DELL’ANCELLA – spettacolo a Roma

THE HANDMAID’S TALE – IL RACCONTO DELL’ANCELLA – spettacolo a Roma

Teatro Basilica

Piazza Porta S. Giovanni 10, Roma

10/03/2020 – 15/03/2020

Viola Graziosi, con lo spettacolo tratto dal romanzo di Margaret Atwood e diretto da Graziano Piazza, porta in scena il totalitarismo teocratico di Galaad a Roma. Produzione Artisti Riuniti.

Il racconto dell’ancella è un romanzo distopico scritto nell’85 della canadese Margaret Atwood, tornato alle cronache per il grande successo della serie televisiva “The Handmaid’s Tale”, che ha ispirato i cortei di protesta di molte donne in tutto il mondo. Attraverso il ritrovamento di una confessione registrata, siamo rapiti dal racconto di un’ancella. Non sappiamo da dove ci parli, quale luogo e quale tempo, ma riconosciamo che parla proprio a noi, donne e uomini di questa società contemporanea. L’ancella porta in sé l’urgenza della domanda che brucia, la nostra responsabilità. Ci interroga sulla libertà, su ciò che ne facciamo e soprattutto su quale sia realmente la libertà delle donne. Diventa un simbolo, ma anche l’incubo di un futuro prossimo possibile, un monito che ci tiene in guardia.

Lo spettacolo è nato l’8 marzo 2018 in occasione della Giornata della donna per il “Teatro di Radio3”, con una diretta dalla sala A di via Asiago a Roma, a cura di Laura Palmieri. Nel suo romanzo Atwood immagina: “la Repubblica di Galaad, devastata da guerre, inquinamento e sterilità, dove le donne sono strettamente sorvegliate e rigidamente divise in categorie distinguibili dal colore dei loro vestiti: azzurro intenso per le Mogli dei Comandanti; verde smorto le Marte, donne sterili e attempate che svolgono i servizi domestici; marrone spento per le Zie, guardiane e sorveglianti; rosso le Ancelle, le sole in grado di procreare, sottomesse alla Repubblica per essere fecondate dai Comandanti, le cui mogli cresceranno i loro figli. Nessuna può disobbedire o disattendere al proprio ruolo, pena la morte o la deportazione nelle Colonie”.

A raccontare i fatti, tra dimensione onirica, incubo e minuti dettagli quotidiani, è la la protagonista che ci mostra un mondo troppo simile al nostro dietro le apparenze.

Traduzione: Camillo Pennati per Ponte alle Grazie; Consulenza letteraria: Loredana Lipperini; Consulenza artistica: Laura Palmieri; Musiche originali: Riccardo Amorese.

Info: Tel. +39 392 97.68.51.   Biglietti: 15 euro. Orari: martedì – sabato h: 21:00; domenica h: 17:45.

www.teatrobasilica.com

 

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VIVA LA VIDA – spettacolo a Palermo

Teatro Biondo

Via Roma 258, Palermo

04/03/2020 – 15/03/2020

24/03/2020 – 05/04/2020

21/04/2020 – 10/05/2020

Gigi Di Luca dirige lo spettacolo, di cui cura anche il progetto e l’adattamento, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Pino Cacucci. Con Pamela Villoresi
e, Lavinia Mancusi 
e Veronica Bottigliero. Produzione Teatro Biondo di Palermo.

Uno spettacolo innovativo, che racconta una Frida intima e contemporanea. In scena, Pamela Villoresi interpreta il ruolo dell’artista, mentre una body painter le dipinge sul corpo nudo i segni dell’arte di Frida e una cantante interpreta Chavela Vargas.

La voce della molteplice natura di una donna capace di afferrare con determinazione la propria sofferenza elevandola a una dimensione poetica. Un urlo di dolore che porta alla luce l’aspetto più propriamente femminile di Frida Khalo, attraverso simbolismi che richiamano la sua radice multiculturale ed etnica, andando oltre la narrazione biografica e facendo emergere l’anima di Frida donna, messicana, pittrice e rivoluzionaria.

Animata dal fuoco dell’amore per Diego, per le donne, per l’arte, per le radici della propria terra, per la sua stessa vita, vissuta voracemente nonostante la fragilità della sua condizione fisica, Frida si mette a nudo, ripercorre l’esistenza travagliata, trascorsa in bilico tra vita e morte. Ormai stanca ed annientata dalla sofferenza, si prepara ad affrontare il suo ultimo viaggio, lasciandosi trasportare in un’atmosfera onirica, nella quale proietta immagini e ricordi. È la Pelona, la morte, ad assistere Frida in questo lento abbandono, che la libera dalla gabbia di un corpo deteriorato e le restituisce la vita come opera d’arte, attraverso la creazione del mito. È nella cantante Chavela Vargas, espressione di sensualità e trasgressione, che Frida trova sollievo dal tormento interiore, attraverso momenti di serenità e di intimità. Simbolo della rivoluzione culturale di quel tempo, Chavela canta Frida e per Frida, canta il Messico di quegli anni, in cui il movimento culturale femminile ha fatto si che l’arte stessa fosse rivoluzione, dandole un nuovo volto, rivendicando l’appartenenza e l’identità del passato.

Tre donne in scena, per un canto alla vita, un urlo di amore e di libertà.

Scene: Maria Teresa D’Alessio
; Costumi: Roberta Di Capua, Rosario Martone; 
Assistente alla regia: Valentina Enea; 
Direttore di scena: Sergio Beghi;Realizzazione scene: Alovisi Attrezzeria; Parrucca: Rocchetti 
in collaborazione con 
Accademia di Belle Arti di Napoli: Cattedra di Scenografia – Prof. Luigi Ferrigno 
e Cattedra di Costume per lo spettacolo – Prof.ssa Zaira de Vincentiis; Coordinatore dei servizi tecnici: Giuseppe Baiamonte; Macchinisti: Edoardo Pacera, Raimondo Cammarata, Mario Ignoffo, Giuseppe Macaluso, Gaetano Presti, Francesco La Manna, Fabio Maiorana; Elettricisti: Nino Annaloro, Piero Greco, Raffaele Caruso, Marco Santoro, Mario Schillaci; Fonici: Pippo Alterno, Manfredi Di Giovanni, Walter Tumminello; Sartoria: Erina Agnello, Caterina Ingrassia; Trucco: Gaetano Pusanti; Amministratore di compagnia: Andrea Sofia.

Info:  tel. 091 7738115 – 091 7738129.   botteghino1@teatrobiondo.it

www.teatrobiondo.it

 

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E’ ITA – spettacolo a Roma

Teatro Studio Uno (sala Specchi)

Via carlo della rocca, 6 Roma

05/03/2020 – 08/03/2020

Debutta in prima assoluta lo spettacolo scritto da Martina Tiberti, diretto da Sergio Brenna che è anche interprete insieme a Flavia Germana De Lipsis e Giuseppe Mortelliti di un lavoro nato dalla voglia di recuperare attraverso il linguaggio e la memoria storica, stralci di vita di una comunità scomparsa ma non perduta, quella di un paese della provincia di Roma durante il miracolo economico.

Biagio, detto ‘Bobby’, nominato secondo dalla madre, gioca a boxe dall’età di quindici anni ma dopo anni di combattimenti gli unici premi restano un panino con la mortadella e pochi spicci, così un giorno, dopo aver ingoiato l’ultimo boccone, decide “d’impararsi un mestiere”, uno di quelli che “attacchi ‘a matina ma non sai quannu returni”, ritorni che è buio, di sicuro: il muratore.

È grazie a quest’arte che si costruisce una casa su un pezzo di terra confinante con il cimitero, che vede per la prima volta la città, “Roma padrona che i vecchi li piega e i giovani li doma”, che conosce la vita del cantiere, che si fa degli amici, che si confronta con l’illusione di un benessere alla portata di tutti, quel benessere che investe la metropoli e fa capolino sulla campagna, dove l’unico modo per sopravvivere e rimanere al passo con la vita diventa il pendolarismo.

Questa è la storia di Biagio e del suo modo di sentirsi libero. “È ita” significa ‘è andata’ ma contiene due sentimenti contrastanti: il dolore per la perdita e il sollievo per qualcosa che si è compiuto. L’idea scenografica alla base del lavoro è scarna e funzionale, in linea da un lato con i ritmi lavorativi del cantiere e dall’altro con quelli più sfumati e lenti della vita di paese. Il personaggio di Biagio, che tende ad un’attitudine ribelle e anticonvenzionale sia nell’ambiente cittadino che in quello del piccolo centro, è la linea portante della narrazione scenica.

Scene e disegno luci: Simone Martino; Foto: Alessio Trerotoli.

Info: Tessera associativa gratuita.   Tel: 3494356219 – 3298027943.   Prezzo: 12 euro.   Orari: Giovedì – Sabato h: 21:00 e Domenica h: 18:00.

www.teatrostudiouno.com

 

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TALES OF WOMAN – spettacolo a Roma

 

Teatro Trastevere

Via Jacopa de’Settesoli 3, Roma

03/03/2020 – 15/03/2020

L’Associazione Culturale Teatro Trastevere è lieta di presentare una serie di spettacoli unicamente dedicati al Mondo del Femminile.

03/03/2020 – 04/03/2020

NATA DI GIOVEDÌ

Scritto da Mikaela Dema; regia di Giovanna Cappuccio; con: Giorgia Serrao; Aiuto regia: Gisella Secreti; disegno Luci: Francesco Prudente.

Nel turbine di una città che troppo spesso lascia da soli, Serena, una giovane donna di trentatré anni, vive una vita divisa in due. Ha un compagno, Nicola, da 9 anni, un artista che tende a fagocitarla come persona e personalità, a tal punto da farle dimenticare di se stessa ed a sparire sempre di più in un anonimato, che le fa dimenticare la sua femminilità. Come a ricompensarla di questa storia che ormai non le da più neanche le emozioni di un tempo, arriva Pietro, suo sottoposto a lavoro, più giovane di lei, ma non per questo meno pronto ad averla. Inizia, così, un complicato triangolo in cui Serena si sente sempre più stretta e soffocata, in cui solo Pietro sa di Nicola, ma quest’ultimo arriva a sospettare della presenza di un’altra persona nella vita della compagna e ciò lo porterà ad essere anche violento…

Questo è un monologo di una donna che si mette a nudo con le sue paure, errori, domande e mancate risposte, in una società che tende a giudicare e mettere delle etichette che, poi, è impossibile togliere. Può diventare una catarsi, una liberazione da traumi e conflitti.

 

06/03/2020 – 06/03/2020

COLPI DI FULMINE

Produzione: Teatro al Femminile; con: Virginia Risso e Matteo Maria Dragoni; disegno audio-luci: Massimo Forchino; scene e costumi: Maria Donzella; segretaria di produzione: Antonella De Tino.

Una coppia di giovani sposi si ritrova a dover affrontare le crisi di un rapporto contaminato da mezze verità e tradimenti. Da una parte lei, la moglie, ormai all’ennesimo tentativo di suicidio a causa dell’infedeltà del marito. Dall’altra lui, affascinante intellettuale di sinistra, libertino e abile retorico.

Quali sono le soluzioni per compensare le mancanze dell’Amore? Quali diventano le conseguenze? Un dipinto sempre attuale di incomunicabilità nel quale rancori e rivincite mettono in moto un carosello di eventi dai quali né uomo né donna usciranno a testa alta, vittime dei loro stessi desideri.

07/03/2020 – 08/03/2020

MILF- MAMMA INSEGNAMI LA FELICITÀ

Di: Natalia Magni; regia di Monica Faggiani; con: Natalia Magni; scene di Andrea Colombo.

Il lungo racconto in bilico chirurgico di Sabbry, una Mamm-Amica alla ricerca, tra lacrime e leggerezza, di una disperata felicità. Leggendo il testo originale di Natalia Magni si capisce subito che la storia di Sabbry, mamma-amica tutta silicone e seduzione, racconta in realtà qualcosa di più forte e archetipico: la ricerca della felicità.

E cosa siamo disposti a perdere o a barattare di noi stessi pur di raggiungerla. Sabbry sceglie la sua strada. Strada legata fortemente alla propria immagine che è tutto ciò che ha e ciò in cui crede. Questo cerca di trasmettere alla figlia, attraverso quel buon senso che hanno le persone che semplicemente vivono senza chiedersi perché e senza accorgersi del male che involontariamente fanno. Sospendiamo il giudizio allora e proviamo ad ascoltarla “ perché una è tanto più autentica quanto più somiglia all’idea che ha sognato di se stessa.” ( Cit. Agrado – Tutto su mia madre, di Pedro Almodovar ).

 

11/03/2020 – 12/03/2020

MADRI DI

Testo e regia di Giulia Corradi; con: Silvia Vallerani e Martina Zuccarello.

Sderot, Israele, Settembre 2016: Donne israeliane e palestinesi si preparano ad affrontare la Marcia della Speranza, attraversando con un cammino di due settimane il territorio dello storico conflitto tra le due popolazioni. Heba, donna palestinese viene accolta per la notte da Shira, una donna israeliana, nella baracca abbandonata dopo i bombardamenti del 2008. Ma presto, quella che sembra essere solo un’accoglienza pre-partenza si trasforma in una sorta di regolamento di conti. Due donne, due madri, una con un figlio scomparso e l’altra con un figlio morto, fanno in una notte il resoconto di una guerra che hanno subito, raccontando povertà e disparità, denunciando la mancanza di stabilità e le scelte dei potenti che sono ricadute sulle loro vite.

Lo spettacolo trae ispirazione dal Movimento Civile Pacifista “Women Wage Peace” nato nell’estate del 2014 da un piccolo gruppo di donne israeliane. Donne laiche, religiose, di destra o di sinistra, musulmane, ebree e cristiane unite da una sola richiesta: Che i nostri leader politici lavorino con rispetto e coraggio, includendo la partecipazione delle donne per trovare una soluzione al conflitto. Solo un accordo politico onorevole può assicurare il futuro dei nostri figli e nipoti. A fare da sfondo allo spettacolo teatrale Madri di è proprio una delle iniziative di Women Wage Peace, la Marcia della Speranza svoltasi nell’ottobre del 2016, quando 30.000 donne e uomini hanno preso parte alla marcia di 200 chilometri durata 2 settimane e terminata in una folla oceanica sotto le finestre della casa del primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, per chiedere al governo di instaurare un rapporto di pace con i palestinesi.

La scena si svolge interamente all’interno di una baracca abbandonata dal 2008 dopo i bombardamenti a Sderot, città ad un chilometro dal confine con la Striscia di Gaza: la prima attrice entrerà con una torcia per inserirci in un contesto di abbandono e incertezza tipico del conflitto. Ascolteremo, al termine dello spettacolo, un audio, con proiezioni, riportante le parole dello scrittore israeliano David Grossman, pronunciate a Tel Aviv nel 2018: raccontando la sua esperienza, Grossman, unisce la sua storia a quella del Paese, ricordando come ogni scelta personale sia fondamentale e incida sulla storia di tutti. Cit.Giulia Corradi.

13/03/2020 – 14/03/2020

LUI TORNA SEMPRE

Scritto da Andrea Franco; regia: Monica Falconi e Andrea Franco; con Monica Falconi.

Tutto si svolge all’interno di una piccola stanza. C’è solo una piccola finestra, in alto, e una porta. La protagonista, di cui non conosciamo il nome, è stata chiusa con la forza e un poco alla volta scopriamo il suo passato e in che modo è arrivata lì, il tutto scandito con dei colori di scena che sottolineano gli stati d’animo o i momenti specifici della narrazione. Lei è una ragazza con qualche problema mentale, cresciuta con un padre che non l’ha mai accettata e che ha abbandonato lei e la madre. Per superare le difficoltà la madre finisce col lavorare in strada. Un destino atroce, di cui non conosciamo tutti i dettagli, fa sì che anche la protagonista narrante inizierà contro la sua volontà a prostituirsi.

Lui torna sempre vuole dare corpo e anima a tutte le donne vittime di violenze o di coercizione. Volendo estendere, si rivolge a tutti coloro che ogni giorno subiscono violenze e non riescono ad opporsi. La ragazza narra in prima persona e rivolgendosi alla sua ombra, unica amica nel suo rapimento, le sue paure e fatti anche passati come per rifugiarsi dalla realtà insopportabile che si era trovata costretta a sopportare.

 

15/03/2020

SYNESTHESIA – SPETTACOLO DI TEATRO-DANZA

La Compagnia Echoes presenta una commistione di sensazioni. Coreografie originali di Giuliana Maglia; Con: Maura Armento, Madalina Banescu, Giusy Pizzimenti, Matteo Gentiluomo, Giuliana Maglia.

Ricordare con il cuore/ Sentire con la pancia/ Parlare con i gesti/ Mangiare con gli occhi/ Toccare con la mente/ Danzare con l’anima.

Il termine sinestesia deriva dal greco Syn, ‘insieme‘, e Aisthànestai, ‘percepire‘, e il suo significato alla lettera è ‘percepire insieme, sentire insieme’. Infatti la parola sinestesia serve proprio ad indicare un’esperienza di percezione simultanea a livello sensoriale, una commistione di sensazioni generata dall’osservazione della realtà che può comportare confusione, gioia, piacere, paura nel soggetto che la prova. La sinestesia è anche una figura retorica molto utilizzata nella poesia, nella pittura, nell’arte in generale e spesso in maniera inconsapevole anche nella danza. Ed è proprio utilizzando il linguaggio della danza che si vuole raccontare la realtà percepita attraverso la sinestesia, utilizzando sensazioni mescolate, indagando a livello gestuale e di movimento ciò che avviene in una mente che si trova a vivere un’esperienza di sinestesia.

L’immagine della locandina è una fotografia di Matteo Nardone.

Info: Ingresso riservato ai soci. Tel: 065814004.   Da martedì a sabato ore 21:00, domenica ore 17:30.

www.teatrotrastevere.it

 

 

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LO SCORDABOLARIO – spettacolo a Trapani

Teatro Don Bosco

Via Marino Torre 15, Trapani

07/03/2020

Nuovo appuntamento con la stagione teatrale organizzata dalla Oddo Management che porta in scena l’attore-cuntastorie palermitano Salvo Piparo.

Uno spettacolo ideato e pensato dallo stesso interprete, rappresenta un modo originale per spolverare antiche parole, più o meno conosciute, per strappare una risata, un ricordo o semplicemente per imparare un po’ della nostra storia.

Per l’occasione punterà la sua lente d’ingrandimento sugli antichi mestieri, sui mestieranti di una volta. Un capitolo speciale su quello che rimane e su quello che si è perduto; sulle maestranze che in Sicilia si sono sbiadite e su quelle che invece sono state volutamente tramandate.

Ad arricchire lo spettacolo saranno gli strumenti del Maestro polistrumentista Francesco Cusumano.

Info:  I biglietti sono disponibili online su www.liveticket.it. Per info tel 342/0330263

 

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CERCIVENTO – teatro a Milano

Teatro Elfo Puccini (sala Bausch)

Corso Buenos Aires 33, Milano

17/03/2020 – 29/03/2020

Arriva una nuova edizione per lo spettacolo, atto unico creato nel 2003 da Riccardo Maranzana e Massimo Somaglino -che ne furono anche interpreti- a partire dal testo di Carlo Tolazzi, diretto da Massimo Somaglino, con: Alessandro Maione e Filippo Quezel. Produzione Teatro dell’Elfo con il contributo di Comune di Cercivento e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

La prima edizione, prodotta da Teatro Club Udine e presentata al Mittelfest, fu un successo e contribuì, con la forza del teatro, a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su un tragico episodio della Grande Guerra che ancora oggi reclama giustizia.

Massimo Somaglino ha voluto riportare in scena lo spettacolo per dare ancora una volta voce agli alpini fucilati a Cercivento, contribuendo alla battaglia per la loro riabilitazione. E il Teatro dell’Elfo di Milano ha aderito con convinzione al progetto dell’artista friulano, con cui collabora da anni.

L’allestimento del 2020 rispetta l’impostazione della prima versione, riproponendo la disposizione spaziale a pianta centrale, che assicura agli spettatori una fruizione coinvolgente e una reale condivisione. Il regista ha scelto invece di rinnovare il cast, affidando a due giovani talenti il ruolo dei protagonisti. Sono due soldati della truppa, alpini della Grande guerra, un carnico e un veneto, rinchiusi nella sagrestia di una chiesa tristemente riconvertita in prigione, incriminati sotto la disonorevole accusa di insubordinazione agli ordini e di sottintesa combutta con il nemico al di là della trincea, sospesi nell’attesa del proprio destino che di lì ad un’ora sarà di morte.

È un intrecciarsi di sentimenti – rabbia, protesta scomposta, paura, ricordi, umiliazione di onore macchiato, accettazione, speranza e disperazione – in un’altalena di umana pietà.

Tratto da Prima che sia giorno di Carlo Tolazzi, vincitore nel 2002 del Premio Culturale “Renato Appi” di Cordenons, Cercivento trae spunto da un terribile episodio di storia vera in cui furono coinvolti – e in seguito condannati, alcuni anche alla pena capitale – molti alpini del 109° Battaglione “Monte Arvenis”, operante nella zona di Monte Croce Carnico. Un fatto duro, ripescato alcuni anni fa dall’oblio della rimozione, grazie al recupero fortuito di alcune carte processuali e alla caparbietà di ricercatori, studiosi e soprattutto parenti delle vittime, promotori di un combattivo movimento per la riabilitazione dell’onorabilità dei loro lontani congiunti.

Info:   t el. 02.0066.0606. biglietteria@elfo.org   Orari:martedì – sabato h: 19:30, domenica h: 15:30.   Prezzi: intero: €33, ridotto giovani e anziani: €17,50, under18: €13.50, oline: da €16,50

www.elfo.org

 

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